Auditorium

“Don Giovanni Zampino”

Un auditorium serve per raccontare tutta questa storia attraverso il teatro, la musica e attività congressuali come la presentazione di libri o di tavole rotonde su tematiche storiche, culturali, sociali e religiose. I ragazzi e i giovani saranno loro gli attori principali di questo progetto, perché saranno loro a lavorare per mettere insieme passato, presente e futuro.

Don Giovanni Zampino

(1913 – 1980)

Primo di cinque figli, Giovanni nasce a San Giovanni in Galdo l’8 agosto 1913 da Giuseppe Zampino e Annamaria Fiorilli.

A compimento degli studi ecclesiastici svolti prima a Benevento e poi a Fermo (PG), il 31 luglio 1930 riceve l’ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Benevento.

Il 15 agosto 1938 celebra la sua prima messa a San Giovanni in Galdo.

Svolge la sua opera pastorale a Santa Croce di Magliano, a Tufara, a Campolieto e a San Giovanni in Galdo.

Professore di religione, insegna nelle scuole delle parrocchie in cui esercita il ministero sacerdotale e nelle scuole di Morcone (BN).

Nel dicembre 1962 l’Arcivescovo di Benevento, Monsignor Raffaele Calabria, gli conferisce il titolo di Abate mitrato.

Muore il 16 aprile 1980 all’età di 67 anni.

Dal 1° ottobre 1947 al giorno della sua morte ha esercitato a San Giovanni in Galdo il suo ministero sacerdotale ininterrottamente, vivendo nella sua famiglia “trasformata in Chiesa” a servizio di tutti. Questo suo progetto è stato realizzato anche grazie al prezioso aiuto dei suoi genitori, della infaticabile sorella Bettina sempre disponibili all’accoglienza di chi ne faceva richiesta.

Con il sostegno della famiglia, dei fedeli, delle autorità comunali, provinciali e scolastiche don Giovanni ha potuto essere il “punto di riferimento” religioso e civile di San Giovanni in Galdo.

Tra le diverse opere da lui portate a compimento meritano di essere ricordate:

  • la ricostruzione e l’ampliamento della Chiesa Madre dedicata a San Germano, arricchita con i pregevoli affreschi da lui commissionati al maestro Amedeo Trivisonno; la realizzazione dell’importante altare maggiore, delle preziose vetrate policrome poste dietro l’altare maggiore e rappresentanti San Giovanni Battista, San Germano e Sant’Agostino, l’installazione dell’organo dalle calde note e la conseguente formazione della ragguardevole “scola cantorum”;

  • la realizzazione di un asilo infantile affidato alle cure delle suore di San Giuseppe di Cluny, nell’ambito della casa lasciata in dono alla parrocchia dal medico Don Giovanni del Vecchio. La successiva costruzione di un più moderno edificio da adibire sempre ad asilo infantile;

  • l’istituzione dell’Azione Cattolica per l’intrattenimento dei giovani e a crescita curale degli adulti;

  • la costituzione di un teatro amatoriale;

  • la forte sollecitazione imposta alle autorità politiche per l’avvenuta realizzazione della scuola media.

Don Giovanni, dal carattere schivo e modesto, insignito con il titolo di “Abate mitrato” ha avuto una visione pastorale “profetica” e una forte tenacia apostolica a favore delle comunità a cui ha dedicato le sue forze. Diversi sono gli uomini e le donne che hanno collaborato con entusiasmo al suo progetto volto a far crescere, secondo gli insegnamenti di Gesù , la sua comunità e in special modo la gioventù, favorendone la fede, la saggezza, l’etica, la cultura e la bellezza.