Biblioteca e Sala Lettura
“Padre Dionisio Piccirilli ofm”
La Parrocchia di San Giovanni Battista, ha diversi paramenti e libri liturgici molto antichi, che meritano di essere esposti in un museo locale. Oltre a questo, la Parrocchia ha un archivio molto antico, con atti addirittura del 1400, nonché diversi testi di cultura laica del 1800. Infine ci sono anche diversi marmi e pietre che attestano la grande storia di questa piccola comunità.
Padre Dionisio da San Giovanni in Galdo o.f.m.
(1801 – 1881)
L’importante biblioteca del convento dei Frati Minori di San Giovanni dei Gelsi a Campobasso è dedicata al personaggio di maggior prestigio espresso dalla comunità sangiovannara nei secoli. Ed è singolare che costui vestisse, in uno con il confratello e compaesano di pari merito, padre Beniamino Geremia, il saio dell’ordine francescano, peraltro mai ospitato nel cinquecentesco convento del Carmine del paese natale.
Ma chi era padre Dionisio? Una stringata risposta ci è data dal registro dei morti della parrocchia di San Giovanni in Galdo, dove è annotato: “A dì 18 giugno 1881, P. Dionisio da S. Giovanni in Galdo, Minore Osservante, nel secolo Michele Piccirillo, figlio di Nicola e Susanna Vasilotta, dell’età di anni 80, Provinciale nel suo Ordine religioso, Maestro di teologia in vari seminari e Professore di diritto di natura nell’Università di Napoli, è morto nel grembo della Santa Madre Chiesa Cattolica, e nel dì seguente fu sepolto nel Camposanto. Il medesimo è stato confessato da P. Federico da S. Giovanni in Galdo, da cui fu assistito a ben morire, e fu comunicato ed estremato da me sottoscritto Michelangelo Arciprete Del Vecchio”.
Per la precisione, padre Dionisio era nato il 2 ottobre 1801. Di temperamento brillante e intelligenza viva, il futuro sacerdote studiò a Toro, all’epoca famosa per i suoi insegnanti: latino con l’arciprete don Luigi De Luca, storia e filosofia con Domenico Trotta, la cui scuola privata accoglieva giovani non solo molisani, ma anche delle limitrofe province pugliesi, campane e abruzzesi.
Iscritto alla Carboneria fin dal 1820, ebbe una giovinezza travagliata. Dopo una esperienza sentimentale con una ragazza del suo paese, prese gli ordini minori ma nel 1823, coinvolto in beghe locale, finì in prigione e vi rimase fino al 26 aprile 1825.
Intenzionato a cambiar vita, nell’estate dello stesso anno, bussò al convento di San Giovanni dei Gelsi a Campobasso, dove con il nome di fra Dionisio vestì l’abito francescano e fece il noviziato. Dopo l’anno di prova, completò gli studi di teologia presso la SS. Annunziata a Bologna e fu ordinato sacerdote.
Di ritorno nella provincia monastica di San Ferdinando di Molise, si dedicò all’insegnamento, nel 1830 nel convento di Santa Maria Maddalena di Castel di Sangro e quindi, dopo qualche anno, nel convento campobassano.
Di media statura, si faceva apprezzare per la cultura, la franchezza dei modi e la sobrietà dei costumi. Aveva solo 35 anni, quando fu nominato Ministro provinciale dal 1836 al 1844, carica che tornò a esercitare dal 1850 al 1853, alla quale, tuttavia, preferiva anteporre gli impegni di insegnante e scrittore.
Un grande successo arrise ai tre volumi delle sue Philosophiae Universae Institutiones, redatti in limpido latino e adottati nelle scuole dei Frati Minori di tutto il mondo. Con taglio didattico originale e moderno e chiara esposizione, rispecchiavano la dottrina dei venerati San Bonaventura, San Tommaso, Scoto, alla luce della successiva riflessione filosofica.
Dopo vari testi di teologia, dommatica, filosofia, diritto canonico, pubblicò nel 1860 a Napoli, Del diritto di natura e delle genti, il volume che riepilogava le lezioni da lui tenute all’Università di Napoli, prima che nell’autunno del 1861 il nuovo Regno d’Italia gli revocasse la cattedra di diritto naturale. Si ritirò nella sua provincia monastica e, dopo la soppressione degli ordini monastici nel 1866, in paese, nella casa di famiglia. Nel 1876 una caduta lo costrinse a camminare con le grucce. Due anni prima della morte divenne cieco.
Secondo il suo biografo, p. Doroteo Forte, che è la fonte principale di questa nota, a padre Dionisio si possono adattare le stesse parole da lui pronunciate nell’elogio funebre del suo maestro Domenico Trotta: “Un uomo giusto che conobbe Dio, amò Dio, visse con Dio, morì nel bacio di Dio”.
Campobasso, 6 Novembre 2022
Giovanni Mascia